Ciclo di conferenze su Semiotica e Design – A.A. 2015/16

Pubblicato: 10 Aprile 2020

Un ciclo di conferenze organizzato all’interno del corso di Semiotica della Prof.ssa Francesca Polacci, ma aperto anche ai docenti e agli studenti degli altri corsi, compatibilmente con gli impegni già calendarizzati.
La partecipazione a questo intervento per gli studenti (ad eccezione degli studenti del corso di Semiotica) rilascia 0,(3) CFA.
L’incontro è aperto anche ad esterni su prenotazione: workshop@isiadesign.fi.it


giovedì 21 aprile 2016, 9.00-13.00
Per un’archeologia dell’immagine. Francis Bacon: dalla fotografia alla pittura
Alessandro Zinna

Il metodo archeologico inaugurato con lo studio del ritratto del papa di Velasquez*, presentato in una conferenza tenuta all’ISIA nel 2014, è ripreso in questo nuovo studio condotto su quattro opere di F. Bacon. Il catalogo ragionato delle opere, per la cura di M. Harrison, apparirà fine aprile del 2016. I quattro studi sono intrapresi qui per descrivere la maniera piuttosto singolare con cui il pittore britannico opera il passaggio dalla fotografia alla pittura. Il ritratto di Diana Watson (1957), Frammento per una Crocifissione (1950), Autoritratto (1964) e Due Figure (1953). L’intento è di formulare un’ipotesi sul ruolo da attribuire all’uso della fotografia nell’opera pittorica di Bacon. D’altra parte l’intervento intende mostrare l’esistenza di un regime doppio delle apparenze: uno palese l’altro latente, e procede a ricostruire l’origine di queste immagini per cogliere la poetica di composizione propria dell’autore britannico. La constatazione di una regolarità compositiva porta sulle tracce di un codice Bacon.

Alessandro Zinna è direttore del gruppo di ricerca Médiations Sémiotiques / Observatoire dell’Università di Tolosa 2 – Jean Jaurès dove insegna Semiotica generale, Semiotica del testo e dell’immagine. È Segretario Generale della Federazione Romanza di Semiotica e Direttore dei colloqui d’Albi. Ha in corso una vasta ricerca sulle immagini latenti sul corpus di pitture di F. Bacon. Tra le sue pubblicazioni più recenti sul tema: “Francis Bacon: dalla fotografia alla pittura”, in T. Migliore ed. Rimediazioni, Roma, Aracne, 2016 (in corso di stampa).

* L’obsession de Bacon pour le pape de Vélasquez. I. L’image latente et II. Le dispositif du méta(auto)portrait, in linea, rispettivamente agli indirizzi: http://mediationsemiotiques.com/archives/4260 e http://mediationsemiotiques.com/archives/4536


giovedì 21 aprile 2016, 14.30-18.15
La cultura del progetto nel design sociale
Michela Deni

Storicamente l’obiettivo del design è di rendere il mondo più abitabile. L’etica, la sostenibilità e l’estetica sono aspetti essenziali della cultura del progetto, una cultura molto radicata in Italia e che caratterizza tutti gli ambiti del design e della progettazione.
Il design sociale allora non è altro che la definizione per un settore che non è nuovo nella cultura del progetto, ma fa parte delle origini e delle motivazioni profonde che hanno determinato la nascita stessa e lo sviluppo del design. Dal punto di vista semiotico, e non soltanto, una questione principale emerge nel programma collettivo e collaborativo che caratterizza l’obiettivo del design sociale: attraverso quali modalità, quali metodi e con quali risultati si opera per garantire l’integrazione dei beneficiari nei processi progettuali? È possibile definire il co-design come una strategia dell’appropriazione?

Michela Deni è direttrice di ricerca e professore associato di Semiotica del progetto all’Università di Nîmes (Francia) dove codirige la laurea magistrale Design Innovazione e Società (Master DIS). Fa parte de gruppo di ricerca PROJEKT (équipe “Sémiotique des Arts et du Design”, Paris 1 Sorbonne). Dal 1995 al 2014 ha insegnato Semiotica all’Isia di Firenze. È autrice di numerosi saggi e articoli sulla semiotica del design e del progetto.


lunedì 9 maggio 2016, 14.30-18.15
Comunicare la paura: le due intensità del terrore
Giacomo Tagliani

Nel corso degli ultimi anni, i fenomeni migratori e gli attacchi terroristici hanno costituito i due principali fattori generatori di paura a livello sociale. Sebbene logicamente distinti, migrazione e terrorismo conoscono zone di sovrapposizione reciproca sempre maggiori, rendendo spesso difficile la comprensione delle retoriche specifiche che presiedono alla loro rappresentazione mediatica. A partire dalle immagini (manifesti politici, servizi giornalistici, film) che hanno per tema questi due fenomeni, l’intervento mostrerà invece come sia possibile distinguere due diverse strategie del terrore, definite rispettivamente a “bassa” e “alta” intensità. Due strategie retoriche che sono state codificate attraverso un lungo percorso, sfruttando “frame” discorsivi specifici riconducibili a figure che hanno avuto grande fortuna nella recente produzione d’intrattenimento: zombie e cloni. Attraverso l’interazione tra una metodologia d’analisi semiotica e alcuni plessi concettuali proposti dalla teoria critica, si cercherà così di saggiare l’efficacia diagnostica delle teorie della significazione.

Giacomo Tagliani è docente di “Teorie e tecniche del montaggio”, Nuova Accademia di Belle Arti (NABA), Milano. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in “Studi sulla Rappresentazione Visiva” presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane di Firenze nel 2013 ed è membro del Centro di Semiotica e Teoria dell’Immagine “Omar Calabrese” presso il Dipartimento di Scienze Sociali, Politiche e Cognitive dell’Università degli Studi di Siena. È stato visiting scholar presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi (2011/2012) e il California Institute of the Arts di Valencia – Los Angeles (2012/2013), dove ha svolto ricerche nei campi dell’estetica, dell’antropologia dell’arte e della teoria critica. È autore della monografia: “Homeland. Paura e stereotipo nell’epoca della guerra al terrore” (Roma, 2016), e curatore del libro: “Lo spazio del reale nel cinema italiano contemporaneo” (Genova 2009). Ha pubblicato saggi e articoli sul cinema politico, sulla teoria dell’arte e sui rapporti tra cinema e pittura in volumi collettivi e riviste internazionali.